Cena di Fine Corso 2014

I samurai dell’Aikido Vicenza hanno concluso l’anno accademico 2013-2014 con il tradizionale incontro sociale. La cena si è svolta venerdì 4 luglio in un locale tipico vicentino, il ristorante Belvedere di Caltrano, con un’ affluenza di circa una quarantina tra allievi, maestri e qualche accompagnatore. Nonostante la difficoltà del percorso, strada strette, qualche inversione e curva a gomito …abbiamo finalmente raggiunto il locale. Al termine della strada che si inerpica sul crinale del “costo di Asiago”, in una vecchia contrada abbandonata ci è apparso il “Belvedere”, che rende onore al suo nome.
Proprio lì , nel 2000, avevamo festeggiato il passaggio di grado con i “vecchi” allievi, le prime cinture nere del Dojo Itto Isshin: Maurizio, Chicca, Vittorio, Anura, Annalisa e Beppe avevano invitato me e Franco e sia la qualità della cena che la singolarità del locale, ci ha convinto a ritornarci in quest’occasione. L’idea di condividere tutto questo con gli allievi del dojo e contemporaneamente ricordare un momento storico e significativo dei più anziani ci è sembrata importante per la tradizione dell’Aikido Vicenza.
Dopo avere lasciato le auto nei parcheggi ”terrazzati” il gruppo si è riunito nel cortile del ristorante. Tra saluti e abbracci festosi appariva singolare vedere tutti noi abituati al consueto keikogi in eleganti abiti civili. Passando per una porticina siamo entrati in una stanza con il tetto a volta e ci siamo disposti in due grandi tavolate. Poi è iniziata anche la festa del palato. Due laboriose e velocissime signore saettavano tra i tavoli schivando le teste dei commensali, distribuendo a raffica manicaretti di ogni genere. Ben 15 saporitissimi antipastini, difficili da descrivere per l’elaborazione, la fantasia e la combinazione dei prodotti utilizzati. Poi due risotti buonissimi seguiti dalle tagliatelle alle rane. Dolcetto e caffè corretto con liquori di propria produzione hanno concluso la serata .
Durante la cena, approfittando di un momento di assenza delle signore razzo, impegnate in cucina forse con la preparazione dei primi, Franco e Alberto hanno dato vita ad uno show esilarante, Franco leggendo una composizione ironica dettagliata descrizione ..caratterizzante la vita nel dojo ed Alberto una lunga e divertente filastrocca sulla imparità esistenziale tra l’uomo e la donna nella quotidianità della casa.
A cena ultimata, in ordinata processione ci siamo trasferiti tutti nelle stanze della parte vecchia del ristorante per la visita al “museo delle grappe” e la relativa degustazione. E’ stato come tuffarsi nel magazzino di un rigattiere disordinato e diventare poco a poco parte integrante degli oggetti accumulati. Stanze traboccanti di suppellettili, antiche pentole di rame che tappezzavano il soffitto, giocattoli d’epoca e pezzi etnici mescolati a quadri strani, manichini dipinti, lampade, attrezzi, vetrine, banconi con sopra tante, tante bottiglie di grappa alle erbe di ogni tipo. Solo uno stretto passaggio all’occorrenza a senso alternato permetteva ai visitatori di girare per le stanze. Il titolare si muoveva perfettamente in simbiosi con l’ambiente, quasi fosse il pezzo vivente del museo, offrendo con simpatia cicchetti a richiesta.
Decine di grappe e di bicchierini disposti su un bancone, elisir invecchiati almeno due anni, attendevano solo di soddisfare la nostra conoscenza delle erbe, perché potessimo ammirarne il colore ma soprattutto l’aroma ed il gusto.
Infine, vissuta anche questa esperienza, ci siamo salutati dandoci appuntamento a settembre…sul tatami.. e a bordo delle nostre auto, tuffati verso la discesa, sicuri che una volta raggiunta la pianura avremo trovato la strada di casa.